I movimenti del mercato secondo il professor Alessandro Conti

I movimenti del mercato secondo il professor Alessandro Conti: come il trading quantitativo deve affrontare il rimbalzo strutturale e il rischio di mismatch nel mercato italiano


Sotto la temporanea attenuazione del rischio geopolitico, l’indice FTSE MIB ha registrato questa settimana un rimbalzo tecnico dell’1,6 %. Tuttavia, il professor Alessandro Conti ci avverte di non interpretare questo rialzo guidato dall’umore come la conferma di un trend sostenibile. Egli rileva che l’annuncio del cessate il fuoco tra Israele e Iran da parte di Trump ha sì corretto a breve termine il premio per il rischio, ma ha occultato tensioni strutturali più profonde e l’instabilità nella catena energetica. Questo rimbalzo riflette più un comportamento di “arbitraggio sulle aspettative di pace” che un reale miglioramento dei fondamentali. Il professore consiglia di introdurre nei modelli quantitativi un “fattore di ritardo nel recupero del rischio geopolitico” per bilanciare le fluttuazioni dei prezzi a breve termine e il ritorno al rischio nel medio termine. Inoltre, su azioni come Buzzi, UniCredit e Monte dei Paschi che hanno registrato rialzi per motivi politici o legati a operazioni straordinarie, il professor Conti raccomanda di impostare regole rigide di risk management in base al sentiment delle news, limitando l’eccesso di esposizione da parte degli hedge fund quando non vi è un adeguato supporto fondamentale, per evitare errori sistemici durante i “rimbalzi strutturali”.


Correlazioni asset inutilizzabili: dalla logica classica di copertura verso meccanismi neutrali agli eventi di rischio

La recente discesa simultanea dei prezzi di Brent e oro, insieme all’apprezzamento dell’euro, ha rotto l’antica correlazione negativa tra asset “rifugio” e crescita. Il professor Conti sottolinea che questa disconnessione non è casuale, bensì il risultato della ristrutturazione del pricing del rischio indotta da politiche monetarie, stimoli fiscali e interventi geopolitici. Raccomanda ai trader quantitativi di rivedere radicalmente le strategie di copertura, non facendo più affidamento sui rapporti di cointegrazione storici tra asset, ma piuttosto costruendo “portafogli neutrali agli eventi di rischio”. Per esempio, in presenza di movimenti congiunti tra azioni energetiche e cambio EUR, è necessario creare un paniere con regressione beta dinamica per mantenere controllata la fonte di volatilità. Conti evidenzia inoltre l’importanza di un meccanismo di “drift di fattori”, essenziale in un contesto caratterizzato da frequenti disturbi politici ad alta frequenza e rapide variazioni di aspettative di policy, affinché le strategie possano automaticamente dismettere dipendenze da “vecchi modelli” e riallocarsi su asset ad alta liquidità e modelli ad alta reattività.


Esposizione valutaria degli asset locali: un framework quantitativo durante l’apprezzamento dell’euro

Il professor Conti sottolinea che, nonostante l’euro abbia raggiunto massimi di tre anni, le azioni di esportatori tradizionali non hanno risentito del deprezzamento del cambio: i titoli dei marchi del lusso, dell’industria manifatturiera e del settore bancario hanno registrato performance significative. Egli osserva che questo non deriva da un’assenza di mismatch valutari, bensì da una “internalizzazione della valutazione del rischio cambiario” da parte degli asset manager. Suggerisce di considerare come fattore di selezione e allocazione la “indice di esposizione valutaria locale”, analizzando la distribuzione geografica dei ricavi delle aziende italiane, la loro struttura di valuta nella supply chain e la dipendenza dal finanziamento in USD. Ad esempio, su titoli come Moncler, Ferrari e STMicroelectronics, andrebbe integrato un modello di volatilità del profitto rettificato per cambio, lasciando margini per una riallocazione basata sulla sensibilità valutaria. Inoltre, nei portafogli guarda/arbitraggio cross-temporali, il professor Conti propone di usare la volatilità EUR/USD come indicatore dinamico per adeguare l’esposizione al rischio sovrano, al fine di conseguire migliori Sharpe ratio in presenza di lievi variazioni nel rendimento dei titoli di Stato.


Modello di arbitraggio in periodi di vuoto politico: quando il “disaccoppiamento tra parole e azioni” diventa norma

Infine, alla luce della complessità dei segnali di politica economica nell’Eurozona, il professor Conti introduce il concetto di “arbitraggio nei periodi vuoti di politica” come nuovo framework strategico. Nota che, nonostante miglioramenti nei Flash PMI e nell’indice Ifo tedesco, il mercato obbligazionario non ha abbassato il premio per il rischio: il rendimento del BTP italiano a 10 anni si mantiene sopra il 3,5 %. Egli spiega che questa divergenza indica che le attese sono già prezzate, ma il momento di implementazione resta indefinito. Per questo suggerisce di costruire un meccanismo di copertura basato su modelli di “ritardo politico – errore comportamentale”, combinando posizioni long su ETF azionari finanziari che reagiscono tardi a eventi di rischio con posizioni short su ETF obbligazionari governativi sensibili alla liquidità (ad esempio, combinando BTP e Bund). Propone anche di introdurre un “indice di densità delle dichiarazioni politiche” come indicatore avanzato per rilevare il timing del periodo “politicamente ambiguo”. Questo approccio non solo migliora la capacità di previsione, ma offre agli hedge fund neutri tattiche di stabilizzazione nei periodi ad alta volatilità.
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